Terapia intercettiva: cos’è e in che modo è d’aiuto ai bambini

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La salute del cavo orale durante l’infanzia ha una grande importanza, forse persino maggiore rispetto a quella degli adulti, poiché le basi per avere una bocca sana si costruiscono durante questo periodo di vita e possono comportare notevoli benefici a lungo termine. 

Il concetto di terapia intercettiva si focalizza per l’appunto sull’identificazione e la gestione tempestiva dei problemi di allineamento dentale nei bambini non appena questi si presentano, come forma di prevenzione, così da evitare che possano peggiorare e comportare problemi più grandi durante l’età adulta. 

Questo approccio consiste appunto in misure preventive e trattamenti mirati, adattati alle diverse fasi di crescita e sviluppo dei piccoli pazienti, per intervenire e raddrizzare immediatamente eventuali problematiche di denti storti, non caduti o sovraffollamento.

 

Cos’è la terapia intercettiva

La terapia intercettiva è una metodologia che mira a prevenire e correggere precocemente malocclusioni e disarmonie orali, così da evitare complicazioni legate alla crescita e semplificare eventuali trattamenti successivi, se necessari. 

In pratica, si propone di individuare e affrontare tempestivamente i problemi di natura scheletrica che possono influenzare non solo la dentizione, ma anche aspetti quali la deglutizione, la respirazione, la fonetica e la postura, tutte problematiche che possono derivare da un cattivo allineamento dentale. 

La terapia intercettiva, dunque, si rivela strumento chiave nel trattamento di una serie di problemi, tra cui l’errato allineamento tra le arcate dentali superiore e inferiore, l’affollamento causato dalla mancanza di spazio, la perdita precoce dei denti da latte o l’eruzione ritardata di quelli permanenti, e la dimensione dei denti non proporzionata alle strutture circostanti. 

Queste condizioni vengono spesso affrontate attraverso l’uso di apparecchi ortodontici, sia fissi che rimovibili, o mediante esercizi specifici di rieducazione. 

L’obiettivo principale, ad ogni modo, è sempre quello di garantire che i bambini sviluppino una base solida per una salute orale duratura, consentendo loro di godere di un sorriso sano e attraente nel corso della vita adulta.

 

A che età cominciare e quanto può durare

Affinché la terapia intercettiva possa ottenere i migliori risultati, è cruciale intervenire tempestivamente, prima della conclusione dello sviluppo dentale (entro i 12 anni). 

Gli specialisti raccomandano una prima visita tra i 4 e i 5 anni, quando il bambino possiede ancora i denti da latte, al fine di valutare precocemente eventuali problemi. La terapia inizia poi generalmente tra i 6 e gli 8 anni, durante la fase in cui il palato è ancora in formazione e la dentizione è mista, ovvero composta sia da denti da latte che da quelli definitivi.

L’aspetto positivo è che questa tipologia di terapia non è invasiva o dolorosa per il bambino, ma richiede la sua partecipazione attiva e l’impegno della famiglia nel seguire il piano di trattamento indicato dal dentista. 

Sebbene la durata media del trattamento sia breve, solitamente intorno a 1 anno, i risultati possono manifestarsi a lungo termine, evidenziandosi con la crescita.

 

In conclusione

In un’epoca in cui l’attenzione alla salute orale dei bambini spesso si concentra esclusivamente sulla prevenzione delle carie attraverso il corretto spazzolamento dei denti, è importante prestare attenzione anche alla terapia intercettiva per la prevenzione di problemi legati alla crescita e formazione dei denti. 

Questa si concentra sul prevenire o correggere in modo tempestivo i problemi che, se trascurati, potrebbero causare disturbi significativi in futuro. 

Affidarsi a un esperto ortodontista per avviarne una, dunque, si conferma essere una scelta prudente e favorevole.